Palladio, nel suo trattato, inserisce questa fabbrica tra quelle di città per la vicinanza. L'architetto così descrive l'ambiente circostante: "Il sito è degli ameni, e dilettevoli che si possono ritrovare: perché è sopra un monticello di ascesa facilissima, è da una parte bagnato dal Bacchiglione fiume navigabile, e dall'altro circondato da amenissimi colli, che rendono l'aspetto di un teatro molto grande".
Quattro facciate con il pronao ionico esastilo si ripetono identiche in ogni lato. Il progetto palladiano prevedeva la copertura della sala centrale con una cupola semisferica, ma la presenza di Vincenzo Scamozzi, come continuatore dell'opera, ha portato ad una trasformazione dell'idea originaria ed ad una diversa struttura.
Internamente il soffitto è decorato da affreschi di Alessandro Maganza, mentre sulle pareti laterali sono raffigurate divinità greche realizzate da Louis Dorigny nel XVIII secolo.
Facenti parte del complesso sono la vicina barchessa progettata da Vincenzo Scamozzi e la cappella gentilizia costruita da Girolamo Albanese per volontà del conte Marzio Capra tra il 1645 ed il 1663.
La villa, nel dicembre 1994, è stata inserita nell'elenco del patrimonio mondiale dell'Unesco.
[Fonte: Vicenza è - http://www.vicenzae.org]